The climb by Anatolij Bukreev & G. Weston DeWalt

The climb by Anatolij Bukreev & G. Weston DeWalt

autore:Anatolij Bukreev & G. Weston DeWalt [Bukreev, Anatolij & DeWalt, G. Weston]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2024-07-15T00:00:00+00:00


15

Gli ultimi cento metri

Sulla Cima Sud, cento metri sotto la vetta principale dell’Everest, Martin Adams incontrò Beidleman che non sembrava molto in forma. «Non so perché, ma non parlava e sembrava di pessimo umore. Mi sedetti e presi dallo zaino l’acqua perché ero assetato; ne offrii a Neal che l’accettò perché la sua era gelata.»

Adams ricorda che rimasero seduti per un po’, forse venti minuti, senza dirsi molto, poi Beidleman si alzò e scese verso una nicchia rocciosa appena sotto la Cima Sud, dove si era meglio protetti dal vento. Adams lo seguì e si accomodarono nella nicchia. Beidleman chiese a Adams: «Quanto ossigeno hai?». Adams si tolse lo zaino dalle spalle perché il misuratore di pressione era applicato sulla bombola. «Sul mio indicatore lessi cinque libbre, e gli chiesi: “E tu, quanto ne hai?” e lui rispose: “Anch’io cinque libbre, ma ho anche una bombola piena che mi ha dato Toli”.»

Adams era sempre più impaziente e la lentezza con cui si stavano svolgendo le cose non faceva che aumentare il suo nervosismo; non era tipo da starsene seduto ad aspettare. Anche nel suo stato leggermente ipossico si rendeva conto che stava succhiando l’ossigeno dalla sua seconda bombola.

«Così, pur accorgendomi che forse stavo forzando la mia buona fortuna, dissi a Neal: “Andiamo! Dammi la bombola piena e andiamo”. Ma lui disse: “No, non ti do questa bombola” e io allora dissi: “Okay, io ho cinque libbre, tu dammi le tue cinque e andiamo via di qui”. Neal acconsentì, ma non andammo in nessun posto.»

La preoccupazione di Adams era fondata. Si guardava continuamente alle spalle per vedere se arrivavano gli sherpa con le bombole di ossigeno di scorta e ricorda che continuava a rigirarsi nella testa una domanda senza saper pensare ad altro: «Quando cominceranno ad andare bene le cose?». Purtroppo ci sarebbe voluto ancora un bel po’.

Appena prima di raggiungere la Cima Sud mi lasciai sorpassare sulle corde fisse da Tim Madsen e fui rincuorato nel vedere che saliva speditamente, carburato dall’ossigeno. Quando raggiunsi la Cima Sud vidi che erano già arrivati Martin, Neal, Ang Dorje, Tim e qualcun altro, ma nessuno si stava muovendo. Sembrava che non avessero alcun desiderio di proseguire. Il cielo era limpido e soleggiato e sebbene il vento cominciasse a soffiare, eravamo tutti al caldo nelle nostre tute imbottite di piumino. Stavamo salendo da molte ore e cominciavamo a perdere le forze; nessuno sembrava avere fretta.

Più di un’ora dopo il suo arrivo alla Cima Sud, Adams vide arrivare il primo degli sherpa di Mountain Madness e gli andò incontro per farsi dare la sua terza e ultima bombola. Scartò la sua e quella che gli aveva dato Beidleman, ormai vuote, avvitò il suo respiratore a quella piena e cominciò a respirare un po’ meglio. Gli rimanevano ancora almeno sei ore di ossigeno, pensò, per andare in cima e tornare al campo 4. Era la supposizione ragionevole di una persona di buon senso, ma si dissolse come l’aria rarefatta di quell’altezza. I conti non tornarono.

Mentre riposavo mi guardavo attorno e notai che Ang Dorje sembrava stanco.



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